Dentro le Primarie al Clapiz

Pubblicatoda PD Clapiz il 11 Dicembre 2013

Mercoledì sera. Fra una manciata di minuti saranno le 20.
Ormai tre giorni fa a quest’ora, stavamo tenendo d’occhio le lancette di tutti gli orologi da parete e da polso, nell’attesa che scoccasse la “mezzanotte dei seggi” e che il ballo finisse.
Gli ultimi ospiti invitati a palazzo per l’evento, perdonate il volo fervido della mia immaginazione, avevano lasciato la sala principale ed erano, ormai, sulla via del ritorno, mentre  i padroni di casa rimanevano a tirare (concretamente) le somme della giornata e decretare quale Cenerentola avesse perso la scarpetta di cristallo fortunata. Superfluo ribadire chi abbia chiuso le danze quella sera.
Lontana, ancora per qualche momento, dalle correnti e dai moti dell’animo esultanti o delusi, che hanno segnato le ore successive alla conta delle schede e che ancora oggi muovono le discussioni al circolo, molto più semplicemente punto sulla certezza che si sia già abbondantemente parlato dei numeri di queste primarie: QUI se vi foste persi quanto registrato al Clapiz e, attraverso i giornali e i new media, nella panoramica nazionale.
Domenica, noi del Clapiz, eravamo li per votare e far votare e, ancora prima delle primarie, ci siamo stati ad organizzare la giornata, distribuire i volantini nel primo freddo intenso di Milano e fare propaganda, ognuno per il proprio candidato: queste primarie, per passione e per dovere, le abbiamo proprio vissute a pieno!
Domenica, simpatici ed efficienti, siamo rimasti dietro le nostre postazioni a gestire e dirigere quel sorprendente e magnifico flusso continuo di elettori che ha varcato la soglia della nostra porta, a scambiare qualche parola con quelli fra loro che non dovevano reimmergersi nella folle corsa milanese e ad ascoltare le opinioni e gli ammonimenti dei più loquaci e combattivi.
Abbiamo risposto alle domande, sorriso ai più stravaganti, direzionato le persone lungo i tre step della registrazione e del voto e, in ultimo, spiegato e guidato i più nell’arte del ripiegamento della scheda.
Ma oggi, chiusi i seggi, risistemati i tavoli e decretato il vincitore, ci ritagliamo uno spazio per poter dire la nostra: presentare la giornata delle primarie così come il Clapiz l’ha vissuta.
Lontani dai tecnicismi organizzativi e burocratici, dai limiti e i paletti dell’orologio e dell’efficienza, dalla necessità di velocizzare i processi ed ottimizzare i tempi, rimangono le persone: i volti e le voci che ogni persona ha incontrato entrando Domenica in via Neera o in via Giovanola. Le voci del Clapiz:

ANDREA CATTANIA
Dannazione, la sveglia! Ma che giorno è? Domenica???  Ah, già, le primarie! Chi eleggeremo oggi? L’importante è che sia uno capace di tenere unito il partito per salvare questo Paese, che è si incamminato su una china pericolosissima!
Eccomi al seggio. Ma dove sono gli altri? Arrivano già i primi elettori. Bene, io sono il quinto a votare. Alle dieci hanno votato trentaquattro persone. Chissà se sono poche o tante? Qualcuno si incavola perché deve mettere quattro firme, qualcuno perché deve pagare due euro.
Per quasi un’ora siamo stati quasi soli, ora c’è ressa. Decidiamo di aprire un secondo punto di accettazione, se no non ce la possiamo fare. Entrano anche persone che conosco al di fuori della politica, qualcuno che non mi sarei mai aspettato di vedere qui. Chissà sa vota con coscienza o per fare il doppio gioco…
A sera ci dicono che il dato di affluenza è superiore alle previsioni. Siamo contenti, è segno che siamo un ancora partito capace di parlare alla coscienza della gente. Torniamo a casa senza sapere ancora niente dei risultati, ma siamo sicuri che la giornata sia stata molto positiva. Si riapre la speranza per quel futuro che ho sognato per moltissimi anni e che mi sembrava sempre più lontano.

CLAUDIO ROMANO
Ho trascorso quasi tutto il giorno in piedi, ligio per la maggior parte del tempo, nel mio primo incarico di presidente di seggio, a consegnare le schede di voto ad amici e compagni elettori, pur con un sorriso e magari una battuta ma con massima serietà e interpretazione del compito affidatomi. È stato con un certo orgoglio che distribuivo questa nuova ulteriore opportunità per una rivisitazione del nostro Partito. Ero fiero di essere il veicolo anch’io, nel mio piccolo, utile a ridare fiato e dignità a un popolo di votanti spesso trascurato e quasi sempre ignorato dai vertici. E adesso, dopo più di tredici ore di faticoso impegno, sono a casa, sprofondato sul divano, e ascolto in tv il discorso di celebrazione della vittoria di Matteo Renzi. Sarà perchè sono assai stanco e magari in parte anche deluso dal risultato di Cuperlo e Civati, ma non riesco a seguire il Sindaco se non cogliendone gli accenti linguistici e oramai caricaturali che Crozza gli ha inesorabilmente dipinto addosso. Eppure Mentana interviene e tenta di convincermi che si tratta di discorso duro, molto serio. Mi sforzo di seguirlo su questo piano interpretativo e comunque mi sovvengono sempre più le facce degli amici che mi erano scorse dinnanzi in quelle lunghe ore precedenti. Giovani ventenni, con pizzetti o baffi ben curati, dal capello ben curato, che brandivano la scheda come uno scettro fino al ripiegarla infine con incerta cura nell’urna. Quarantenni ben abbigliati, di sguardo molto fiero e un pò restii a incrociare l’occhio altrui, severi quindi nel tratto e presumibilmente parchi in afflato umano. Cinquantenni e sessantenni assai sicuri nel proprio incedere e veloci nel tracciare il segno con matita copiativa. Settantenni ciarlieri o sbuffanti, pronti a godersi finalmente soddisfazioni proprie, in età in cui molte di queste iniziano a deficitare. Ottantenni o addirittura novantenni, ancor baldanzosi in vesti e sembiante eppur necessariamente sorretti e guidati da nipoti molto coinvolti. Direi che tutti essi fossero all’incirca il 70% delle persone che ho visto partecipare alla grande festa odierna. Il restante 30% mi par di ricordare, ma potrei sbagliarmi dopo tanta folla, vestiva con abiti dimessi e sfrecciava veloce a votazione compiuta. Finalmente tra qualche minuto dormirò. Domattina forse sarò meglio in grado di dirvi se tutto ciò è stato semplicemente un brutto sogno mio o magari veramente un bel sogno di qualcun’altro, oppure se questo è più banalmente stato uno scherzo della stanchezza !

DANILO ZAGLIANI
Primarie, primarie….
Ho incominciato al mattino subendo una scherzosa rampogna. Sono arrivato con mezz’ ora di ritardo e i compagni me l’hanno fatto subito notare (sorridendo). Hai voglia di spiegare che alle quattro e mezza stavo leggendo il giornale e che fosse naturale non svegliarsi poi in tempo. Primo impatto di leggero stupore:  il numero di persone, quasi tutte anziane, già in fila. Continuerà per tutto il giorno in un numero onestamente superiore alle mie attese. I volontari del seggio sono, come al solito, ammirevoli e, nonostante un po’ di confusione, tutto fila liscio. Due cose mi scaldato il cuore. Aver conosciuto una delle nostre più grandi attrici: Lucilla Morlacchi con cui avrei voluto scambiare qualche parola in più. Non è stato possibile perché aveva urgenza di allontanarsi. Spero  vivamente che possa  tornare a farci visita.
La seconda, (ci sta abituando troppo bene), la torta di cioccolato e pere di Wanda.
Il resto è cronaca.

EMANUELA DUINA
Sveglia. Le 7. Il marito  apre un occhio , storto.
Quel godereccio poltrire della domenica mattina , nel letto, a leggere fino a quando i figli non si svegliano, questa mattina non c’è.
Mi alzo contenta, però.
Mi faccio la doccia. Voglio essere profumata per gli elettori che verranno a votare. Esco, inforco la mia bici. Le strade sono umide di freddo . Il sole non c’è, ma l’aria è piacevole.
Sono contenta, di partecipare a queste primarie.
Arrivo al  seggio e montiamo le urne, appiccichiamo le indicazioni: fila dei residenti, fila dei registrati online, fila dei fuori sede.
4 ore senza tregua. Al Bellezza arriva un sacco di gente.
Buon segno.
Torno a casa felice, fiduciosa, orgogliosa comunque di far parte di un partito che la gente la porta ancora a votare.
Io sto con Civati.
Alla fine della giornata vince Renzi.
Non sono proprio contentissima.  Adesso sto scrivendo mentre lo ascolto parlare da Firenze.
Speriamo in bene. Finalmente sento dire  che “la parola scuola,  la parola cultura non sono dei costi ma degli investimenti”.
Speriamo in bene
Grazie a tutti
Grazie a Pippo.

MARIA LENA VENTURA
Il mio turno inizia alle 14:00 e finirà solo dopo lo spoglio delle schede. Per me sono le prime primarie dall’altra parte della barricata..mentre guido verso la sede del Clapiz nella testa frullano una miriade di domande e di preoccupazioni: speriamo di non combinarne qualcuna delle mie è quella che va per la maggiore!
Arrivo con un po’ d’anticipo, nell’unico momento di calma che si è registrato. Mi accolgono delle facce sorridenti e già mi sento più tranquilla..ma non del tutto!  Mi dicono che durante l’intera mattinata, la porta d’ingresso non ha fatto altro che aprirsi per dare accesso ad un flusso costante e dalle dimensioni importanti di persone, comprendo meglio la stanchezza data non solo dall’impietosa sveglia di chi ha cominciato il turno alle 8:00 ma la notizia mi appare come una delle migliori da tempo. Forse il pessimismo cosmico che ha macchiato le previsioni di queste votazioni può lasciare il posto ad un cauto e sottile ottimismo.
Comincio distribuendo il segnalibro che pubblicizza il nostro sito a tutti colori che hanno già votato, mi rallegra constatare la grande quantità di persone che attendevano tale rinnovamento (sarà il periodo!). Anche gli uomini e le donne più.. maturi accettano di buon grado la consegna… cosa non fa l’innovazione! e così passa all’incirca la prima delle sei ore che mancano alla chiusura del seggio. Per le rimanenti cinque, continuo a dare il cambio dove necessario: la stanchezza si fa sicuramente sentire ma il tempo sembra passare più velocemente del normale. Senza inciampare sulle vecchie e logore frasi fatte che recitano la rapida fuggevolezza del tempo nei momenti di maggiore gaudio, molto più onestamente penso che le ore passate a fare qualcosa che impegna materialmente e che, indiscutibilmente, appassiona, possa essere un deterrente più che sufficiente a fuggire la noia e l’indeterminatezza delle giornate. Fuor di metafora e lontana dalle parole altisonanti che, sporadicamente, utilizzo per un puro peccato di superbia, stare seduta per ore su una sedia a trascrivere i dati degli elettori, non è stato il lavoro noioso e ripetitivo che avevo immaginato. Ha prevalso la curiosità e la sorpresa di scoprire quanti giovani (più giovani di me) abbiamo scelto di fare la differenza quel giorno, quanti anziani, normalmente tacciati di bigottismo e attaccamento ossessivo al passato, han lasciato l’ambiente caldo delle loro case per mettere una X sopra il nome di un candidato, nel quadro generale, quante persona abbiano creduto necessario e importante dare il loro contributo, a prescindere dal candidato che avrebbero scelto.
Io sono genuinamente (o ingenuamente..a seconda dei punti di vista) contenta di come sia andata la giornata di domenica. È stato bello esserci, è stato bello sentirmi parte di questa cosa e, fuori da qualsiasi ruolo super partes , è stato bello contare quelle 590 schede.

ROBERTO DAMENO
Sabato notte non ho dormito bene perché ho piccoli casini in Italtel, vogliono solo licenziare 380 persone….
Domenica mattina ho dovuto vedere alcuni colleghi per convincerli a partecipare ad una trasmissione televisiva in diretta sulla 7 mercoledì 11 dicembre, alle 21.00 (la gabbia, con Paragone). Non sono riuscito a convincerli. Il conduttore mi ha detto che dovevamo essere almeno una trentina, eravamo solo in 9, per cui niente trasmissione.
Poi sono venuto al circolo bello demotivato perché il risultato delle primarie era scontato già in partenza, bisognava solo capire di quanto avrebbe vinto Renzi e di quanto fosse stata ampia la partecipazione (per fortuna hanno votato in tantissimi). Sinceramente non ho ancora capito cosa pensa CONCRETAMENTE il nostro segretario su molte cose.
Poi mentre prendevo i nominativi delle persone è arrivata una tipa impellicciata che ce l’aveva con i partiti che hanno un mucchio di soldi ed era sbagliato che il PD chiedesse due euro (mi sa che con noi la tipa non ha mai votato PD, forse….) e io ed Enea che discutevamo se era giusto o meno togliere il finanziamento pubblico ai partiti. Io che facevo l’esempio di quanto c’era costato il condizionamento del circolo e che avevamo ancora i debiti con Danilo….. e lui che giustamente mi diceva che le persone erano inferocite con noi…..
Mentre “mi riposavo” mangiando con avidità due panini, pensavo all’incontro di lunedì in Assolombarda con l’AD dell’Italtel e le cose che ci avrebbe comunicato, i casini con i CUB, i lavoratori che non hanno ancora capito la gravità della situazione. Con tutti questi pensieri la cosa migliore è scherzarci sopra, fare l’anarchico, buttare nella cassetta delle schede i bellissimi segnalibri del PD, (spero li abbiate recuperati tutti). Poi ancora a prendere i nominativi delle persone che venivano a votare CON I SOLITI CHE ARRIVANO ALLE 20.10 A VOTARE……
Lo spoglio delle schede l’ho lasciato ad altri, (ho anche cannato le previsioni, perché secondo me al circolo Renzi avrebbe preso il 55%, invece ha preso il 58%, mannaggia) perché dovevo andare a casa a preparare i documenti e tutte le cose per l’incontro di lunedì. E come diceva Gaber MA CHE BELLA GIORNATA.

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