Documento del circolo sulla rifoma della legge elettorale

Pubblicatoda PD Clapiz il 29 Gennaio 2014

Il coordinamento del circolo “B.Clapiz Chiesa Rossa” zona 5 Milano, riunitosi in data 21/01/2014, esprime soddisfazione per l’azione del partito democratico e del suo segretario nazionale Matteo Renzi, per la ritrovata capacità di porre la nostra proposta politica al centro del dibattito pubblico nazionale dettando la nostra agenda e dimostrando che si può decidere in tempi brevi.

Al contempo, non possiamo non manifestare il nostro disaccordo sulle modalità con le quali è stata condotta e gestita l’ultima Direzione nazionale che ha visto, da un lato, l’approvazione, a larga maggioranza, dell’intesa raggiunta con Forza Italia e dall’altra le dimissioni del Presidente del partito, Gianni Cuperlo, che aveva espresso forti critiche nel merito, pur approvando l’azione del Segretario volta a imprimere un’accelerazione sul tema delle riforme.

Le nostre riserve sono le seguenti:

–                      l’intesa raggiunta con Forza Italia, peraltro in sede extraparlamentare, è stata portata dal Segretario alla discussione della Direzione senza alcuna possibilità da parte di quest’ultima – massimo organo di indirizzo politico del partito – di apportare alcuna modifica all’intesa;

–                     che di fronte alla posizione di dissenso di Gianni Cuperlo, sia pure molto critica nel merito, vi sia stato un attacco personale tendente a eludere i temi posti in discussione e a irridere le posizioni contrastanti.

–                     Mancata menzione della parità di genere

 

L’intesa raggiunta con Forza Italia, e in particolare la proposta di riforma elettorale definita “Italicum”, infatti sollevava, e solleva tutt’ora, alcuni dubbi, sia sul piano dell’opportunità politica di un rapporto preferenziale con Forza Italia nella scelta dei contenuti della riforma, sia sul merito stesso  dell’intesa, soprattutto dopo la pronuncia della Corte Costituzionale n. 1/2014, che, nel dichiarare incostituzionale la precedente legge elettorale – c.d. porcellum – ha dettato principi chiari sia sul meccanismo premiale sia sul voto di preferenza.

La Consulta ha infatti affermato che “il meccanismo premiale è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa, in quanto consente ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi. In tal modo si può verificare in concreto una distorsione fra voti espressi ed attribuzione di seggi che, pur essendo presente in qualsiasi sistema elettorale, nella specie assume una misura tale da comprometterne la compatibilità con il principio di eguaglianza del voto (sentenze n. 15 e n. 16 del 2008)”

Mentre, per quanto riguarda la scelta dei candidati, ha affermato come il meccanismo delle liste bloccate priva l’elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti, scelta che è totalmente rimessa ai partiti. A tal proposito, questa Corte ha chiarito che «le funzioni attribuite ai partiti politici dalla legge ordinaria al fine di eleggere le assemblee – quali la “presentazione di alternative elettorali” e la “selezione dei candidati alle cariche elettive pubbliche” – non consentono di desumere l’esistenza di attribuzioni costituzionali, ma costituiscono il modo in cui il legislatore ordinario ha ritenuto di raccordare il diritto, costituzionalmente riconosciuto ai cittadini, di associarsi in una pluralità di partiti con la rappresentanza politica, necessaria per concorrere nell’ambito del procedimento elettorale, e trovano solo un fondamento nello stesso art. 49 Cost.» (ordinanza n. 79 del 2006). Simili funzioni devono, quindi, essere preordinate ad agevolare la partecipazione alla vita politica dei cittadini ed alla realizzazione di linee programmatiche che le formazioni politiche sottopongono al corpo elettorale, al fine di consentire una scelta più chiara e consapevole anche in riferimento ai candidati”.

Appare dunque chiara la delicatezza delle questioni in discussione e la necessità che le scelte e le decisioni avvengano, all’interno del partito e dei gruppi parlamentari, nella più ampia libertà di confronto e di critica.

I dubbi espressi, di metodo e di merito, richiedevano dunque, e richiedono ancora oggi, sia pure nell’ambito delle specifiche competenze riconosciute dallo statuto, un aperto e approfondito coinvolgimento degli organi di indirizzo, quale è la direzione, ma anche del partito e dei circoli,. Ciò che purtroppo non è avvenuto, con le conseguenti divisioni che ne sono derivate e con la percezione diffusa di un partito inteso più come “cassa di risonanza” delle azioni del leader che come luogo di discussione e elaborazione politica collettiva.

Per queste ragioni chiediamo che la segreteria si attivi per ristabilire le condizioni di una normale dialettica democratica all’interno del partito e, sia pure nel quadro dell’accordo definito dal segretario, siano contemperate nell’ intesa raggiunta le modifiche necessarie a garantire il rispetto dei principi sopra richiamati, nel rispetto della sovranità del parlamento.

 

Circolo Pd “B. Clapiz Chiesa Rossa”

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