Finanziamento pubblico dei partiti…Cosa cambia

Pubblicatoda PD Clapiz il 3 Dicembre 2013

Il Governo ha presentato nel mese di Giugno 2013 un DDL avente come scopo:”Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti politici e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta a loro favore.”

Titolo che contiene già tutti gli elementi per comprendere che l’attuale forma di finanziamento sarà cancellata e sostituita con altre. La relazione di accompagnamento sottolinea un aspetto fondamentale per ragionare serenamente e non emotivamente sulla opportunità e necessità di finanziare la politica.

Parte da una affermazione che precisa:”….il finanziamento dei partiti è, prima ancora che una questione tecnica, giuridica e finanziaria, una questione ad alta intensità politica, che incide significativamente sulla qualità della vita democratica del Paese.” Più avanti si afferma che la democrazia ha un costo che deve essere però regolato e trasparente.

Partendo da questo assunto il DDL ha però dovuto tenere conto della evoluzione avvenuta nel tempo dal sistema di finanziamento, del Referendum del 1993, dell’ aggiramento dello stesso con i rimborsi elettorali ed infine della introduzione di un sistema misto pubblico-privato con la legge n. 96 del 6 luglio 2012. Ma, soprattutto, ha dovuto tener conto di una pubblica opinione ormai fortemente avversa agli sprechi e alle degenerazioni della politica. La scelta, quindi, del DDL governativo è stata quella di andare verso una forma di finanziamento privato e di una indiretta. Il DDL del Governo è stato poi discusso dalla Camera e licenziato il 16 Ottobre (DDL 1154).

Di cosa si tratta. L’attuale forma basata sui rimborsi elettorali è eliminata totalmente, ancorchè gradualmente nel corso di tre anni azzerandola nel 2017. Verrà sostituita, a partire dal 2014, da tre forme e canali diversi.

Uno-Viene potenziata la possibilità per le persone fisiche di effettuare donazioni fino ad un massimo di 300.000 euro. I soggetti diversi dalle persone fisiche potranno effettuare donazioni e corrispondere contributi sotto forma di beni e servizi per un massimo di 200.000 euro.

Le erogazioni liberali effettuate dalle persone fisiche potranno essere poste in detrazione dalla imposta lorda sul reddito pari a:

a)-al 37 per cento per importi compresi tra 30 e 20.000 euro annui;

b)-al 26 per cento per importi compresi tra 20.001 e 70.000 euro annui
(la Camera ha modificato gli importi rispetto al DDL governativo)
Per le società la detrazione è prevista nella misura del 26 per cento per importi compresi tra 50 e 100.000 euro.

Le detrazioni sono consentite se i versamenti verranno effettuati in modo da garantirne la tracciabilità (bonifici bancari, postali, ecc…).

Due – A decorrere dal 2014 ciascun contribuente potrà donare il due per mille

della propria imposta sul  reddito a favore di un partito politico: dovrà indicarlo, al momento della dichiarazione dei redditi,  su un apposito modulo. A differenza delle donazioni, non è il singolo cittadino che esborsa il contributo ma è lo Stato che mette a bilancio una quota iscritta in un apposito fondo destinato al 2 per mille. Tale quota, secondo il DDL licenziato dalla Camera sarà di 7,75 miliardi per il 2014, di 9,6 miliardi per il 2015, di 27,7 miliardi per il 2016 e di 45,1 a decorrere dal 2017. Le somme erogate dal 2 per mille non potranno superare i limiti di cui sopra; quelle non utilizzate andranno nel conto per l’anno successivo.
Tre –Sono possibili raccolte telefoniche o via SMS di fondi.
Le condizioni per poter accedere alle contribuzioni tendono a garantire trasparenza, chiarezza e controllo da parte dei cittadini. In modo particolare devono:

  • Dotarsi di uno statuto (vedi art. 3) del DDL 1154 della Camera
  • Farsi certificare i rendiconti da enti esterni (il PD lo sta già facendo).

La legge dovrebbe  essere discussa dal Senato a breve.

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