Lavoro, Tutele e Diritti: le proposte del Governo Renzi

Pubblicatoda PD Clapiz il 7 Aprile 2014

di MATTIA CUGINI

Cosa prevedono il recente decreto legge Poletti e il disegno di legge delega in materia di lavoro? Se ne è discusso venerdì in zona 5 con TITO BOERI, FRANCESCO LAFORGIA, LORENZO GIASANTI e ONORIO ROSATI.

Dopo l’introduzione di Natale Carapellese, coordinatore di Zona, l’analisi dei provvedimenti, dal punto di vista giuridico, è iniziata con la relazione del Prof. Giasanti, che ha sottolineato come il decreto legge del 21 Marzo u.s. presenti delle incompatibilità con le direttive europee, sia perché (ex. Direttiva 99) queste stabiliscono che l’indeterminato è la regola e il tempo determinato l’eccezione, sia perché viene abolita la necessita di indicare la causale nei rinnovi contrattuali (esisteva in Italia dal 1924).

Poi il Prof. Tito Boeri ha elencato brevemente alcune patologie del mercato del lavoro italiano, per es. la concentrazione del rischio di perdere il lavoro su alcune fasce e categorie sociali e l’altissimo tasso di disoccupazione giovanile che colloca l’Italia come il peggiore dei paesi OCSE. Boeri ha evidenziato inoltre l’incongruenza della ratio del decreto rispetto a quella della legge delega. Il primo liberalizza i contratti a tempo determinato (possibili fino ad 8 proroghe in 36 mesi da parte del datore di lavoro), estendendo di fatto la durata del periodi di prova a 3 anni, eliminando la causalità e creando così una distanza disincentivante fra questi ed il contratto a tempo determinato, mentre il secondo prevede come strumento principe il contratto a tutele crescenti che sottende una logica diversa per un ingresso nel mondo del lavoro che è caratterizzato da formazione e tendenza alla stabilità. La ragione di breve periodo che pare, a giudizio del Prof. Boeri, aver ispirato il dl sul lavoro, è quella di ottenere un incremento immediato degli occupati e di intervenire, in un secondo tempo, con l’inserimento del contratto a tutele crescenti. Il rischio è che, dati i tempi lunghi della legge delega e la difficoltà a retrocedere dopo aver decretato un provvedimento di tale natura, prevarranno di fatto i contratta a termine secondo decreto legge.
Boeri ha richiamato un’analogia fra quanto contenuto nel decreto e i “contractos temporales” spagnoli, che presentano le medesime caratteristiche e riguardano 1/3 dei lavoratori iberici. Questo tipo di contratto produce occupazione in modo immediatamente correlato all’andamento dell’economia e comporta quindi che si verifichi un andamento a montagne russe del mercato del lavoro. Boeri ha ricordato infine l’importanza del fondo “Youth Garantee” rispetto al quale il governo italiano non ha ancora fatto pervenire alcuna ipotesi di spesa a Bruxelles.

Gli interventi politici di Rosati e Laforgia hanno ripreso gli spunti tecnici dei due relatori che li hanno preceduti e sono stati orientati ad individuare la linea politica che sottende i provvedimenti di cui sopra e che, secondo entrambi, necessita almeno di una discussione a tutti i livelli e del coinvolgimento delle parti sociali.
Rosati si è soffermato sulle udienze in Regione delle aziende in difficoltà e sul problema del credito alle imprese, Laforgia ha ricordato che il percorso parlamentare dei provvedimenti è ancora tutto da affrontare e ha segnalato l’apertura (almeno su riduzione del numero di proroghe e diritto di prelazione) del ministro Poletti durante l’incontro fra questi e il gruppo dei deputati del pd.

In sintesi il dibattito ha messo in luce l’incoerenza fra il decreto lavoro e il disegno di legge delega ed il fatto che il decreto legge apre la strada a pericolose possibilità di precarizzazione del mercato del lavoro.

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