Un operaio nella Storia del Novecento

Pubblicatoda PD Clapiz il 10 Marzo 2014

Ricordo di Piero Francini e Paolo Garanzini
di Natale Carapellese e Maurizio Tessari

Il prossimo 13 Aprile, domenica, alle ore 10 in via Neera 7, si svolgerà un’iniziativa pubblica organizzata dalla sez. ANPI Garanzini-Fiore per ricordare due importanti figure della Resistenza milanese e della nostra zona: Piero Francini e Paolo Garanzini. Due storie di operai e partigiani che hanno dato un grande contributo con la loro opera alla libertà e democrazia che è seguita con la nascita della Repubblica costituzionale Italiana. All’incontro sarà presente Antonio Pizzinato Presidente onorario di ANPI Regionale. All’iniziativa partecipano, il Partito Democratico, che ospita l’iniziativa, e la sezione SEL “Centopassi” della zona 5. Con l’occasione verrà presentato il libro di Alberto Magnani sulla figura di Piero Francini. Qui di seguito un breve ritratto delle due figure

Piero Francini
Il libro di Alberto Magnani: Piero Francini – Un operaio nella storia del Novecento – racconta la vita di Piero che è insieme la storia politica di una generazione, di un tessuto sociale, di sentimenti e lotte che nel leggere, fanno rivivere anche a quanti non hanno vissuto quegli anni. Il libro è come un affresco con tanti particolari, ogni capitolo è un quadro, un ritratto fotografico che ci porta indietro nel tempo in una Milano che oggi non esiste più, le cui tracce restano nella mente di molti uomini e donne, nelle pieghe di un territorio industriale, residenziale che ha cambiato da tempo il suo volto di cascine e fabbriche.
Piero nasce a Mairano nel 1908, nella Bassa fra il milanese e lodigiano, da una famiglia contadina che quasi ogni anno è costretta a “fare San Martino”, cioè andare di cascina in cascina quando finisce la stagione di lavoro ai primi di novembre, per trovare un nuovo “padrone” è così che la sua famiglia arriva nei pressi di Gratosoglio alla cascina Annone e successivamente alla cascina Venina, frequenta le scuole elementari alla Chiesa Rossa, negli anni Venti si trasferisce alla cascina Pilastro nel rione di Piazza San Luigi, in questa periferia milanese trova un tessuto sociale diverso, non solo contadini ma operai che lavorano nelle fabbriche circostanti. Piero frequenta una scuola a indirizzo industriale in via Giulio Romano e appena finito il militare viene assunto alla Motomeccanica, fabbrica di via Oglio, giovanissimo diventa delegato, ma la sua curiosità lo porta a studiare anche musica e proprio questo requisito gli permetterà di mimetizzarsi meglio nella clandestinità, entrando a far parte del dopolavoro aziendale e restare più facilmente vicino ai lavoratori, negli anni difficili dopo il 1927 con lo scioglimento dei sindacati e partiti democratici. Questa è la storia di un tempo in cui la politica era militanza convinta, era scelta di vita, era coerenza, e rappresentare i lavoratori significava condividerne la condizione e agire per la loro emancipazione. Chi ha conosciuto Francini lo descrive come un uomo schivo, modesto, con nessuna velleità di apparire. Del resto tutta la sua vita sta lì a dimostrarlo, eppure proprio a figure come la sua dobbiamo tanto e in particolare, se la Resistenza nelle fabbriche a Milano, ha avuto gli esiti che conosciamo, ciò è dovuto in parte anche alla sua opera. La storia di Piero è dentro la storia d’Italia, di Milano, la città di fabbriche importanti. Organizzare le lotte in quelle fabbriche è difficile, complicato e Francini è fra i protagonisti degli scioperi del ’43 e nel dopoguerra fino agli anni Settanta dirigente sindacale FIOM. Il libro ricostruisce bene passaggi complicati con estrema semplicità è gradevole, si legge d’un fiato e per coloro che conoscono bene la zona sud Milano rappresenta anche un bel salto nei luoghi vissuti.

Paolo Garanzini
Paolo Garanzini abitava nella nostra zona, nelle villette di edilizia popolare del quartiere Baravalle. Quartiere sostituito oggi dal parco intitolato lo scorso 14 Settembre, con cerimonia ufficiale alla presenza del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, a “Parco della Resistenza”. Paolo nella nostra zona svolse la sua vita, l’attività lavorativa, politica e antifascista, in fabbrica e non solo, prendendo parte attiva agli scioperi del 1920-21 e per questi motivi fu licenziato. I vent’anni dell’oppressione fascista non lo piegarono. Lavorava alla TIBB (Tecnomasio Italiano Brown Boveri) dove fu tra gli organizzatori degli scioperi promossi dal Comitato di agitazione clandestino nel marzo 1944, scioperi che videro la partecipazione di oltre 200.000 lavoratori delle industrie di Torino, Milano e Genova: il più grande sciopero nell’Europa occupata dai nazisti. Il 25 Luglio del ’43 lo trovò quindi pronto all’opera di liberazione. Dopo l’8 Settembre la sua opera infaticabile nella propaganda e nell’azione antifascista nella Resistenza divenne per lui un pericolo aperto e continuo che non cercò di evitare, poiché la polizia nazi-fascista non tardò ad individuare in lui un temibile nemico, deciso ed irriducibile. Svolse la sua attività nell’organizzazione politica e militare della Brigata Garibaldi SAP di Porta Romana. Fu arrestato il 24 agosto 1944 e sottoposto a violente torture dai fascisti della Muti, venne ucciso il primo Settembre in località Cassinino, frazione di Pavia. Proprio il luogo dell’uccisione, studiato volutamente lontano da Milano, lo ha privato di un riconoscimento formale con apposizione di una lapide nella nostra zona. Sentiamo di avere un debito di riconoscenza particolare verso di lui che con le sue azioni ha contribuito a consegnarci un’Italia finalmente libera dalla barbarie fascista e dall’oppressione nazista.

Lo scorso 1 Febbraio 2014, nel corso del Congresso annuale della sezione ANPI L. Fiore – Stadera, gli iscritti hanno deciso di ampliare l’intitolazione della sezione al partigiano Paolo Garanzini.

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